In questi giorni di caldo afoso, ho avuto più volte modo di fare alcune considerazioni sull'architettura. Infatti, rileggendo tra le varie definizioni, che gli architetti hanno cercato di dare, una su tutte mi ha fatto pensare molto. Adolf Loose da la sua interpretazione con questa frase: Se in un bosco troviamo un tumulo lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto un uomo. Oggi L'architettura non può e non deve essere funzionale all'uomo in correlazione al mondo che lo circonda. Non sono un folle! Oggi l'architettura può intervenire e rivoluzionare i rapporti interpersonali (e intrapersonali) abbattendo il sistema capitalistico, distruggendo la città e la metropoli in quanto chiare proiezioni di una società ingabbiata in logiche capitaliste. Progettare e costruire case, giardini, città o metropoli funzionali, oggi, non significa altro che pensare e sviluppare volumi in conformità ed in linea con l'idea capitalista. L'architettura deve essere funzionale ai rapporti e i legami che intercorrono tra le persone. La natura insegna e suggerisce la decostruzione della città in centri più piccoli, più vivibili, più umani. Pensare di rendere energiticamente autonoma una grande metropoli è impossibile, in quanto l'autonomia in tutte le sue forme è sabbia in un ingranaggio capitalista, che prevede il suo cuore la città. Rendere invece energiticamente autonoma una comunità è molto più facile e soprattutto fattibilissimo. Le comuni possono autorganizzarsi e sfuggirte al controllo dello stato che non avrebbe più ragione di esistere. Anche pensare di ritirarsi nelle cosiddette case di paese o di sfuggire dalla città (voglio andare a vivere in campagna...), è indice di come le persone abbiano un naturale rifiuto alla metropoli intesa come proiezione e imposizione del capitalismo. Il processo è in evoluzione e in continuo divenire, è impossibile evitare l'inevitabile, Insorgiamo!
Uff il caldo da alla testa... O forse no